L'inquinamento marino da plastica rappresenta una delle principali minacce agli ecosistemi oceanici, con impatti devastanti sulla fauna marina e sugli equilibri ambientali. Questo tipo di inquinamento è causato da una vasta gamma di materiali plastici, che vanno da oggetti di grandi dimensioni come bottiglie e sacchetti, a particelle microscopiche come microplastiche e nanoplastiche. Queste ultime derivano dalla frammentazione di rifiuti di plastica attraverso processi di fotodegradazione e scomposizione.
Secondo le stime, circa l'80% dei rifiuti marini è costituito da plastica. Studi recenti hanno rivelato che ogni anno circa 3.000 tonnellate di nanoplastiche si accumulano nella neve che cade sulla Svizzera, dimostrando come il problema vada ben oltre gli oceani.
Un Ciclo di Consumo Insostenibile
Il consumo globale di plastica, stimato a 300 milioni di tonnellate all'anno (dato aggiornato al 2022), contribuisce in maniera significativa a questa crisi ambientale. Di queste, circa 8 milioni di tonnellate finiscono ogni anno negli oceani come macroplastiche, mentre 1,5 milioni di tonnellate di microplastiche primarie si disperdono nei mari. Il 98% di questi rifiuti deriva da attività terrestri, mentre il restante 2% proviene da attività marittime. Complessivamente, si stima che 19-23 milioni di tonnellate di plastica si infiltrino ogni anno negli ecosistemi acquatici.
Impatti Devastanti sugli Ecosistemi Marini
La plastica, una volta dispersa negli oceani, si degrada in tempi estremamente lunghi, frammentandosi in particelle sempre più piccole che possono raggiungere le dimensioni dello zooplancton. Questa frammentazione non solo altera la struttura degli ecosistemi marini, ma introduce la plastica nella catena alimentare. Le particelle possono accumularsi nei sedimenti marini profondi, dove si stima sia presente una quantità di plastica quattro volte superiore a quella nelle acque superficiali.
Gli effetti sulla fauna marina sono devastanti. Gli animali possono rimanere intrappolati o soffocare a causa della plastica, oppure ingerirla, causando ostruzioni e lesioni interne. Tappi di bottiglia, ad esempio, sono stati trovati nello stomaco di tartarughe e uccelli marini, spesso con esiti fatali. Un altro grave problema è rappresentato dalle "reti fantasma", ovvero reti da pesca abbandonate che intrappolano pesci, delfini, tartarughe e altri animali marini, causando fame, ferite e morte.
Le Principali Fonti di Inquinamento
L’Asia è la principale fonte di rifiuti di plastica mal gestiti. Dieci paesi, tra cui Cina, Indonesia, Filippine, e Vietnam, sono responsabili del 90% della plastica che raggiunge gli oceani. I fiumi maggiormente coinvolti nel trasporto di plastica verso gli oceani includono il Fiume Giallo, il Gange, il Nilo e il Mekong.
Soluzioni e Prospettive Future
La plastica non biodegradabile continua ad accumularsi negli ambienti marini, aggravando un problema già critico. Le soluzioni a questa crisi devono includere interventi mirati alla riduzione dell’uso della plastica, in particolare quella monouso. Cambiamenti nei processi di produzione e imballaggio sono essenziali per limitare l’impatto ambientale.
In parallelo, si stanno sviluppando progetti per ripulire gli oceani, come la raccolta di plastica alle foci dei fiumi e nei vortici oceanici. Tuttavia, per evitare che gli oceani contengano più plastica che pesce entro il 2050, come previsto dalla Conferenza Oceanica delle Nazioni Unite del 2017, è necessario un impegno collettivo e globale. La sensibilizzazione, la ricerca e l'adozione di pratiche sostenibili rappresentano i pilastri su cui costruire un futuro più pulito per i nostri mari.
Fonte: wikipedia.org